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Pétra, il vulcano Etna e l’acqua fresca

Pétra, il vulcano Etna e l’acqua fresca

La salita all’Etna.

Pétra, il vulcano Etna e l’acqua fresca, è una scusa narrativa per farvi conoscere una Cosa speciale: una brocca in ceramica unica nel suo genere.

Hai deciso di fargli visita. U’ Mungibeddu, come viene familiarmente chiamato l’Etna, è lì e ti aspetta. Allacci le scarpe e ti viene da pensare alle sue origini nel Pleistocene. Inforchi lo zaino e le mille stampe storiche delle tante eruzioni si alternano nella tua mente. Tutte uguali ma tutte diverse. Decidi di andare su per guardare con i tuoi occhi ed avere la tua.

Sapevi che quel sentiero tortuoso e polveroso ti avrebbe condotto alla vetta. Il vento era fresco ma il sole rendeva il cammino più difficile del previsto.

L’acqua fresca

In una radura inaspettata uno specchio d’acqua inatteso. A piedi nudi sui ciottoli caldi, ti pieghi e allunghi la mano. L’acqua è fresca, ti abbassi ancora e lentamente avvicini il viso alla superficie. Fatto, è bastato un minuto e stanchezza, sete e timori sono svaniti.

Non sono state le molecole di H2O a placare l’arsura della tua gola, a ridare vigore alle tue forze ma il primordiale moto a luogo, l’andare verso l’acqua, il poggiare i palmi sulla lava tagliente, sui blocchi più grandi e stabili, la brezza, il paesaggio brullo e nero.

Per una manciata di secondi sei tornato alle falde di quel vulcano quando i boschi lo circondavano, animale tra gli animali, preda e non predatore. L’atto vitale del bere può trasformarsi in una trappola senza via di uscita. Ma è solo un attimo, un pensiero fugace, una sensazione passeggera.

È vero, per centinaia di migliaia di anni anche l’uomo bevendo direttamente dalle fonti era esposto al pericolo come un qualsiasi altro animale. Riprendi la tua salita, i timori sono svaniti, il tuo tempo è tornato, il vulcano con il suo territorio di terra e pietre nere è di nuovo lì col suo fascino di sempre ad attende la tua ascesa.

Pétra la brocca dell’Etna

Ti allontani sapendo che non puoi portare via nulla se non il ricordo, il piacere dell’esserti dissetato direttamente nelle acque con le mani e le ginocchia poggiati sui lapilli freddi da secoli. L’acqua fresca e le sponde circondate da massi irregolari che per secoli le eruzioni hanno accumulato, sono il ricordo persistente dei giorni a seguire. Vorresti che non svanisse mai, vorresti poter provare la stessa magia ogni giorno.

Cerchi il paesaggio desolato, la radura che chissà come si è formata ma soprattutto cerchi quell’acqua sapida e fresca in ogni bicchiere, quelle superfici affilate in ogni coltello o utensile che stringi tra le mani. La tua mente vaga tra mille pensieri ma poi torna sempre allo stesso vissuto: il vulcano e l’acqua fresca. Non trovi nulla che ti faccia rivivere quel giorno e quelle sensazioni. Non ti resta che tornare al tuo amato Etna ed affrontare ancora l’ascesa sperando che nessuna colata abbia già distrutto quella macchia di verde e disperso quell’acqua cristallina.

Un giorno il colpo di fulmine. Come per magia si legarono tre semplici parole: Pétra, il vulcano e l’acqua fresca. Saltavi da un sito all’altro cercando una brocca ceramica che fosse unica. Una Cosa speciale, l’idea geniale. Arrivasti su NO&noart e tac: Pétra Lava Edition! Una versione speciale di un ciottolo di fiume. In un sasso di ceramica scuro finemente lavorato, un universo concentrato. Sintesi perfetta di passato e presente, originalità, unicità, armonia. Pétra, il vulcano e l’acqua fresca ora sempre in tavola con te.

 

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